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«La fine del motore a combustione è già segnata»

Il bilancio complessivo di un’auto elettrica in Svizzera è già oggi migliore di quello di un veicolo con motore a combustione. A dirlo è Jörg Beckmann, esperto di mobilità. Perché allora molti consumatori hanno dei dubbi?

Sandra Gonseth

Sezione Rich Content

Jörg Beckmann in conversazione.

Signor Beckmann, cosa ci dice del futuristico autobus elettrico di Sciaffusa? (cfr. foto in basso)

È un segnale evidente della direzione in cui ci stiamo muovendo. Anche nel trasporto pubblico i sistemi di propulsione a combustione sono destinati a scomparire nei prossimi anni per lasciare posto a quelli a batteria elettrica.

Il bus elettrico spagnolo, che assomiglia a un tram, è stato presentato a inizio maggio al pubblico presso il deposito mezzi delle aziende di trasporto di Sciaffusa. Dopo una fase di test nell’autunno 2019, la parola sulla sua definitiva introduzione passerà ai cittadini. La «città della fortezza Munot» vuole essere la prima in Europa a dotarsi completamente di autobus elettrici.

Una completa elettrificazione della circolazione stradale è quindi solo una questione di tempo?

Negli anni a venire i costruttori di automobili immetteranno sul mercato un numero sempre maggiore di modelli elettrici diversi, rispondendo a un interesse d’acquisto già oggi presente nei consumatori. Nella seconda metà del prossimo decennio gli autosaloni esporranno praticamente solo veicoli dotati di presa. Industria automobilistica e mondo politico hanno già decretato la fine del motore a combustione.

Secondo il nostro sondaggio, l’8% del personale della Posta circola con un’auto elettrica. È tanto?

Si tratta di un dato leggermente superiore alla percentuale di nuove vendite di veicoli elettrici, che in Svizzera si attesta a oltre il 5%. A titolo di paragone, in Norvegia un veicolo nuovo su due è dotato di una presa.

La prima scelta continua a rimanere comunque l’auto a benzina. Perché questa reticenza?

Questione di abitudine o informazione distorta. Ormai l’auto elettrica ha raggiunto la piena maturità tecnica. Autonomie di 300-400 chilometri sono sempre più la norma. E grazie alle stazioni di ricarica private, il rifornimento energetico non è un problema. La rete pubblica di ricarica continua a crescere ed è sempre più facilmente accessibile, anche se gli spostamenti molto lunghi vanno ancora pianificati.

Numerosi consumatori dubitano che un’auto elettrica sia veramente così ecologica…

Questo è un ottimo esempio di malinformazione! I dubbi sono frutto di una serie di affermazioni contraddittorie riportate dai media. Quel che è certo è che in Svizzera un’auto elettrica presenta già oggi un bilancio complessivo migliore di quello di un veicolo con motore a combustione. A testimoniarlo sono le analisi sul ciclo di vita effettuate da noti istituti di ricerca ambientale, fra cui l’Empa (Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca).

Potrebbe spiegare meglio questo aspetto?

Sulla spinta di questa svolta epocale, anche le fonti energetiche utilizzate nella produzione di batterie sono sempre più spesso di tipo rinnovabile. E dopo alcune centinaia di migliaia di chilometri a bordo dell’auto, le batterie esauste trovano una seconda vita come immagazzinatori di energia decentralizzati. Più l’elettromobilità diventa pulita, più il fardello ecologico dei combustibili fossili si fa decisamente pesante.

Quali incentivi andrebbero creati?

Le numerose misure pubbliche e private nel quadro della «roadmap sull’elettromobilità» in Svizzera apportano un contributo importante in questo senso. La creazione di un’infrastruttura di ricarica elettrica lungo la rete autostradale, l’elettrificazione dei parchi veicoli aziendali e l’inserimento dell’elettromobilità nelle norme in ambito edilizio costituiscono un pacchetto estremamente interessante per la Svizzera, con un impatto che travalica i confini nazionali.

In futuro possederemo ancora auto proprie?

Sempre meno, alla luce dei servizi di mobilità che start-up e operatori affermati dell’economia digitale e del settore dei trasporti offriranno a ritmo incalzante sul mercato. La mobilità individuale sarà garantita anche senza bisogno di possedere un veicolo.

Vale a dire?

Ciò che sinora era possibile solo con un veicolo proprio sarà fattibile anche ricorrendo a parchi di car sharing sempre più ampi o auto con un abbonamento mensile. L’auto completamente automatizzata, che arriverà fino sulla porta di casa senza guidatore dopo averla ordinata con un’app, sicuramente non avrà più un proprietario privato.

Maggiori informazioni nelle pagine che seguono.

Per maggiori informazioni sulla mobilità del futuro, appuntamento dal 16 al 19 settembre a Berna all’Arena svizzera della mobilitàTarget not accessible.  Si tratta del principale forum sull’innovazione nei trasporti in Svizzera organizzato dall’Accademia della mobilità del TCS, che ospita la Posta come premium partner.

Scoprite nel videoTarget not accessible di Jörg Beckmann chi ci sarà all’Arena svizzera della mobilità.

Anne Wolf, responsabile Corporate Responsibility della Posta.

Anne Wolf, responsabile Corporate Responsibility della Posta e Vicepresidente Swiss eMobility, sulla mobilità elettricaTarget not accessible

Copyright: Monika Flückiger, Michael Kessler

scritto da

Sandra Gonseth

Redattrice