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Karin Kaiser, postina: «Il percorso verso la mia nuova vita mi sta arricchendo in modo incredibile»

Un anno fa, un incidente in bici da corsa ha costretto l’addetta al recapito sangallese Karin Kaiser sulla sedia a rotelle. Ora è tornata a lavorare, ancora alla Posta, in un posto di integrazione nel Case Management. Ha ancora bisogno della sedia a rotelle solo raramente ed è in grado di camminare per brevi tratti.

Fredy Gasser

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China sul manubrio speciale da triathlon, Karin Kaiser vede che le auto di fronte a lei si sono fermate nel traffico. Che fare? Frenare? Sceglie di schivarle. Il bordo del marciapiede è troppo pronunciato e, con i pedali automatici agganciati, Karin, sportiva dilettante di corporatura esile, ruota su se stessa insieme alla sua bici, andando rovinosamente a sbattere contro la recinzione in ferro dall’altro lato del marciapiede. Poi tutto diventa nero. È tutto ciò di cui si ricorda prima degli indicibili dolori: si è fratturata la dodicesima vertebra toracica, due vertebre cervicali, una scapola e tutte le costole sul lato destro, una delle quali ha perforato il polmone. Ha inoltre riportato un trauma cranico e una leggera emorragia cerebrale. Erano le prime ore della sera del 1o ottobre 2019 quando è successo il terribile incidente.

«Posso essere felice anche sulla sedia a rotelle»

Esattamente un anno dopo l’incidente, Karin Kaiser ha assunto il suo nuovo incarico nel posto di integrazione. L’esile donna piena di vita e dallo sguardo motivato non è più addetta al recapito presso la Posta, dove è tuttavia rimasta: ora lavora nel Case Management. Ha vissuto il percorso dall’incidente alla sua nuova vita come «un arricchimento incredibile». «Mi sono detta: se non dovessi più riuscire a camminare, posso essere felice anche sulla sedia a rotelle».

«Cadrei all’indietro»

Karin ci riceve in un soleggiato pomeriggio d’autunno del 2020. È in piedi nella luminosa cucina di casa sua, con la parte inferiore della gamba destra avvolta in un tutore «Foot up». «Serve proprio anche a questo», spiega Karin: «Mantiene il piede ad angolo retto e mi aiuta a controllare il movimento del piede. Cadrei all’indietro se non portassi costantemente in avanti il baricentro del corpo, perché mi manca quasi totalmente la muscolatura dei glutei».

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Il marito Urs prepara il caffè per tutti, affermando: «L’incidente è stato uno shock. Ora però sono semplicemente felice che Karin stia così bene». Ogni gesto di aiuto e ogni movimento qui, nella loro casa, lo dimostra chiaramente: i due sono una coppia affiatata, si dividono i lavori di casa, si rivolgono sguardi amorevoli e ridono insieme.

«Non c’era nemmeno tempo per rimuginare»

Cinque giorni e due operazioni dopo l’incidente, un elicottero della Rega ha trasportato la paziente Karin al Centro svizzero per paraplegici di Nottwil.Target not accessible Qui Karin ha imparato da capo a svolgere le faccende quotidiane, come passare l’aspirapolvere in sedia a rotelle. Cambiare la biancheria da letto con la sedia a rotelle «è una grande prova di forza che richiede molta abilità». E naturalmente lo stesso vale per la cucina: ha realizzato con le proprie mani, durante l’ergoterapia, il sottopentola con isolante in polistirolo sulla parte inferiore. Oltre a ciò, a turno fisioterapia, idroterapia, ippoterapia, stimolazione elettrica, potenziamento muscolare e test fisici: «Sulla sedia a rotelle si fa molto di più con la parte superiore del corpo». «Avevamo così tanto da fare che non c’era nemmeno tempo per rimuginare». Karin ripensa volentieri al tempo passato a Nottwil: «Non è passato un singolo giorno in cui non mi sia venuto a visitare qualcuno».

Lacrime di gioia alla Posta

Il suo responsabile al centro lettere di Hechtacker, a San Gallo, l’ha incoraggiata sin dalla prima visita in ospedale: «Avremo sempre un posto per te». A inizio giugno 2020, dopo una lunga assenza, Karin è tornata in ufficio: «Mi sono quasi messa a piangere: tutti hanno fatto ala e ognuno e ognuna mi ha regalato un fiore. Un unico, grande mazzo di fiori».

Non è stata in grado di tornare al suo vecchio posto di addetta al recapito e sostituta responsabile team. Invece è finita nel back office, dove le sono state assegnate mansioni amministrative. Poi è arrivata l’offerta: le è stata data la possibilità di trasferirsi nel Case Management a Winterthur. In un posto che funge da interfaccia tra la Posta, i collaboratori e l’assicurazione sociale, ora Karin aiuta altri colleghi e colleghe interessati durante il reinserimento nella vita lavorativa. «Non vedo l’ora di iniziare una possibile riqualificazione professionale per diventare Case Manager».

Di tanto in tanto sale in sella alla sua bici da triathlon, che dal giorno dell’incidente è rimasta inutilizzabile su un cavalletto a casa sua. Mentre pedala guarda fuori dalla finestra, dritta verso la luce del sole.

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Fredy Gasser