Il nostro impegno

«C’è una macchia nera sulla polizza di versamento…»

Il 1° ottobre, le polizze di versamento arancioni e rosse saranno definitivamente sostituite da fatture con i codici QR. Questa novità disorienta molti clienti della terza età. In Ticino, la Posta organizza degli incontri per spiegare come funzionano le fatture QR. Ce ne parla Antonio Menghini, Segretario Cantonale GenerazionePiù.

Claudia Iraoui

Sezione Rich Content

Sezione Rich Content

Si è conclusa a giugno la prima serie di incontri organizzati con la Posta e PostFinance in Ticino per spiegare agli anziani il pagamento tramite codice QR e i servizi digitali. È soddisfatto/a?

Sì, già dopo il primo pomeriggio informativo lo scorso autunno abbiamo riscontrato un reale interesse da parte della nostra clientela più matura. Gli incontri hanno avuto una partecipazione da discreta a molto buona ed è stato dato ampio spazio alle domande e ai dubbi dei partecipanti, soprattutto riguardanti i pagamenti tramite codice QR. La materia è complessa per una buona parte di anziani, soprattutto per quelli che non hanno molta dimestichezza con gli strumenti digitali a disposizione.

Come è nata la collaborazione con la Posta?

Dall’esigenza pratica di molti anziani che si sono trovati improvvisamente con polizze con codice QR. Molti non sapevano come comportarsi. Abbiamo ricevuto telefonate critiche e confuse: cosa faccio, stralcio tutto? Non c’è la polizza rossa. C’è una macchia nera sulla polizza di versamento… GenerazionePiù si è attivata, insieme a Pro Senectute Ticino, nel contattare la Posta e PostFinance per poter dare un senso a questo cambiamento e dare gli strumenti opportuni per affrontarlo al meglio.

Come hanno reagito i partecipanti?

Alcuni hanno capito con facilità la nuova prassi dei pagamenti con il codice QR; per altri ci vorrebbe più tempo e disponibilità e una «sintesi semplice» per poter affrontare i propri bisogni quotidiani (legati quasi unicamente al pagamento delle polizze e non al generare le polizze). Tutti hanno apprezzato che la Posta si si sia messa a disposizione per spiegare i propri numerosi servizi.

Perché c’era bisogno di questi corsi? Quali sono le principali difficoltà degli anziani confrontati alla digitalizzazione?

Questi corsi rispondono ad un’esigenza pratica e quotidiana di tutti noi e in particolare della fascia più anziana della popolazione. Le difficoltà per molti anziani si concretizzano in questi «cambiamenti epocali», come il pagamento delle bollette. Cambiamenti che avvengono sempre più repentinamente e in tempi molto corti. L’anziano si sente perso e ai margini di fronte alla velocità con cui cambia la nostra società, che peraltro presuppone un ruolo attivo da parte del cliente, consumatore e cittadino. Ci vorrebbe dunque più tempo per spiegare e dare le giuste informazioni (poche ma essenziali!) per affrontare queste novità.

Si parla spesso dei silver surfer. In base alla sua esperienza, intorno a che età l’anziano non riesce più a stare al passo con le innovazioni?

Attorno agli 80 – 85 anni gli anziani riscontrano molte difficoltà nel seguire l’evoluzione digitale perché in precedenza, quando erano ancora attivi professionalmente, non impiegavano questi strumenti digitali (smartphone, tablet, PC). Se non ci sono parenti o famigliari che aiutano, questi anziani sono parzialmente o totalmente marginalizzai; ecco quindi l’importanza degli enti sul territorio nell’individuare i bisogni e i servizi da attivare per dare il giusto aiuto.

Concretamente, cosa potrebbe fare ancora meglio la Posta?

La Posta dovrebbe rendere questo tipo di consulenza più improntata al bisogno dell’anziano – individuare pochi passaggi, ma chiari ed efficaci per affrontare l’argomento  e dare questa consulenza in modo capillare sul territorio, sfruttando le filiali presenti sul territorio. E continuare la collaborazione con i vari enti presenti sul territorio.

scritto da

Claudia Iraoui

Channel Manager Digital