Approfondimenti
C’è posta per Schellen-Ursli
Certi giorni, Guarda, il paese di origine di Schellen-Ursli, l’eroe di un famoso libro per bambini, attira grandi folle nella Bassa Engadina. Per l’addetto al recapito Armon Bezzola rimane comunque «il posto di lavoro più bello del mondo». Lo abbiamo accompagnato durante il suo giro attraverso Guarda e nella vicina frazione di Bos-cha.
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È un lunedì mattina di agosto, il cielo sulla Bassa Engadina è coperto di cumuli di nuvole. Davanti a un piccolo Volg, l’unico negozio di Guarda, incontriamo Armon Bezzola. Ci troviamo davanti a un allegro uomo di mezza età, col sorriso stampato sul volto e una forte stretta di mano. Racconta di essere in piedi da un pezzo: dalle 6.00 ha spartito lettere e pacchi a Zernez e li ha già distribuiti nel vicino paesino di Lavin. Ora sono le 9.00 ed è la volta di Guarda. Questo paese a circa 1600 metri di altitudine è una popolare destinazione turistica, perché qui è ambientata la storia di «Schellen-UrsliTarget not accessible» L’opera dell’illustratore Alois Carigiet e dell’autrice Selina Chönz pubblicata nel 1945 è uno dei libri per bambini più famosi in Svizzera. In seguito alla versione cinematografica di Xavier Koller del 2015, l’interesse verso questo luogo è di nuovo aumentato, secondo Armon.
Le strade sono silenziose, molte persone sono ancora in casa. Alcuni locali fanno le loro commissioni, ogni tanto passa qualche escursionista. «Cerci di cominciare di buon’ora a Guarda, quando ancora non ci sono molto turisti in giro», spiega il postino. Alcuni giorni il recapito sembra essere invece una sfida: «Con l’auto si fa fatica a passare, oppure ci sorpassiamo di continuo con i turisti, perché ogni paio di metri dobbiamo scendere», racconta Armon ridendo. Ma lui sembra non perdere facilmente la calma.

Ecco che si parte. A Guarda serve un’autorizzazione speciale per circolare in auto. Armon guida a passo d’uomo il suo veicolo giallo tra i vicoli stretti e lastricati, si ferma di continuo, saluta a ogni angolo con un simpatico «Bun di!» o «Allegra!». Se deve consegnare dei pacchi, suona e scambia qualche parola. Per il recapito di lettere e giornali, si attiene alla tradizione che vige nel paese da decenni: «Se la porta è aperta si lascia la posta sulla soglia di casa, altrimenti nella cassetta delle lettere». Spiega che è una questione di rispetto e fiducia.



Da circa dieci anni Armon consegna giornali, lettere e pacchi come secondo lavoro. Come attività principale si occupa di agricoltura biologica e ha un allevamento vacca-vitello. È del posto: viene dalla vicina Zernez, proprio come la posta che recapita, e dà a tutti del tu. «Conoscevo già molte persone per via della mia attività agricola, con alcune sono addirittura cresciuto».
A Guarda il postino si attiene a una lunga tradizione: se la porta è aperta lascia lettere e giornali sulla soglia di casa, se è chiusa li ripone nella cassetta delle lettere. (Copyright: Federico Sette)
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In una piazzetta, chiamata Plazzetta zuos-cha, si sente lo sciabordio di una fontana di legno rotonda. Armon indica una casa, uguale a tante altre: «Questa qui è proprio la famosa casa di Schellen-Ursli, la casa numero 51». Oggi ospita alcuni villeggianti. Racconta che spesso i turisti lo fermano per chiedergli dove si trovi la casa dei genitori del piccolo eroe del libro per bambini. Lui risponde sempre volentieri. «Noi postini siamo sempre cortesi, in fondo diamo un volto alla Posta», spiega.

Durante il suo giro attraverso il paese, costruito sul versante soleggiato, Armon rimane ogni volta incantato dalla sua bellezza e dalla vista mozzafiato sulla valle. «Guardate, è proprio il posto di lavoro più bello del mondo», afferma. Non si può che essere d’accordo. La maggior parte delle case risale al XVI e al XVII secolo, è conservata con cura ed è decorata una tecnica di pittura murale, il cosiddetto sgraffitoTarget not accessible. A differenza di molti altri paesi della Bassa Engadina, Guarda è stata risparmiata da grandi incendi e guerre.
Le case di Guarda sono decorate con la tecnica centenaria dello sgraffito. (Copyright: Federico Sette)
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Siamo arrivati alle porte del paese, ci aspetta un breve tragitto in auto verso il vicino centro abitato di Bos-cha, che rientra nel giro di recapito. La frazione conta appena una manciata di case. Intanto il 50enne ci racconta che in inverno capita che la strada per arrivarci sia chiusa a causa del rischio valanghe. «Allora ci vogliono 45 minuti per fare il giro dalla valle. Ma lo facciamo anche se c'è una sola lettera della Posta A», assicura.

«Venite, vi presento una persona del paese», dice Armon, dileguandosi nell’ingresso pittoresco di una casa rurale. Si sente ridere, appare un uomo barbuto che saluta in modo amichevole. Not Schlegel abita in questa casa da quando è nato, 80 anni fa. I due agricoltori sembrano andare d’accordo, si prendono in giro e si scambiano battute. «Come secondo lavoro tu fai il postino e io prendo l’AVS» dice ridendo il pensionato, che si dà ancora da fare nel suo orto. Racconta che a Bos-cha vivono sempre meno giovani. «Siamo contenti che almeno la posta venga consegnata ogni giorno».

Nel frattempo si sono fatte le 10.00. Proprio dietro l’angolo si trova l’officina di Claudio Franziscus, un meccanico che ripara macchine agricole. Qui si passa il tempo ad avvitare quad e falciatrici in estate, e gatti delle nevi in inverno. «Passo sempre la pausa caffè qui dai miei amici, visto che a Guarda non ci sono bar», racconta Armon e grida in romancio dentro l’officina che oggi ci sono due ospiti. L’atmosfera è cordiale, per una quindicina di minuti si raccontano novità e aneddoti.
Poi si torna a Zernez. Verso mezzogiorno Armon termina la sua giornata da postino: può togliere la divisa e mettere gli stivali di gomma. La mucca, i vitellini e i buoi lo attendono.
