Ivano Facchinetti, in collaborazione con Gianni Realini
Smozz e Papga, 2009
Smozz: alluminio dipinto, 6.02 × 6.70 × 0.8 m
Papga: resina sintetica, 11.45 × 33.5 m e 2.80 × 7.18 m
Centro lettere Eclépens

Sezione Rich Content

Ivano Facchinetti, in collaborazione con Gianni Realini Smozz e Papga, 2009, Eclépens
Ivano Facchinetti, in collaborazione con Gianni Realini Smozz e Papga, 2009, Eclépens

Il centro lettere di Eclépens si trova in una distesa verde, circondato da costruzioni industriali e commerciali disperse nelle circostanze. Il complesso copre un'area equivalente a tre campi da calcio. Questo luogo discreto, così come l’architettura industriale, funzionale e monumentale, hanno ispirato Ivano Facchinetti e Gianni Realini a creare, con la loro opera d'arte Smozz e Papga, un'offerta di identificazione per il personale del centro lettere. Smozz è una scultura di alluminio arancione alta sei metri, ben visibile da lontano, che sembra quasi una mascotte. La monumentale pittura murale blu Papga riprende la forma della scultura all'interno dell'edificio, creando così un legame con l'esterno. Allo stesso tempo, essa crea un contrasto cromatico con la scultura stessa. I tre strati che adornano Smozz si ritrovano anche in Papga.

Ivano Facchinetti (Locarno, 1952) ha concepito il progetto insieme a Gianni Realini (Sorengo, 1943). Facchinetti, pittore e scultore, si occupa intensamente di spazi e architettura. Alcuni dei suoi oggetti murali creano collegamenti espliciti con Smozz e Papga: combinano colori, forme e texture in modo giocoso e sfidano il tradizionale supporto rettangolare della pittura. Il piacere di Facchinetti per l'assurdità si riflette anche nei titoli delle sue opere: le parole "Smozz" e "Papga" non hanno alcun significato. La scultura Smozz, secondo gli artisti, dovrebbe incarnare contemporaneamente dinamicità e immobilità, simboleggiando il passaggio dalla distribuzione postale manuale a un processo altamente tecnologico. La pittura a parete e a pavimento Papga dovrebbe segnare un percorso o un'isola di sosta.

Facchinetti e Realini concepirono il progetto nel 2009 per un concorso a una fase indetto dalla Posta, al quale sono stati invitati altri quattro artisti. L'obiettivo della commissione era quello di presentare un'opera d'arte che sottolineasse il valore delle persone all'interno dell'azienda e la modernità del centro lettere.