Finanziamento duraturo del servizio universale
Squilibrio tra costi e benefici
Premessa
Attualmente la Svizzera può contare su un servizio universale con prestazioni postali e del traffico dei pagamenti affidabili, di alta qualità e a prezzi accessibili, che la Posta finanzia in modo completamente autonomo, ossia grazie ai ricavi conseguiti nell’ambito e al di fuori del servizio universale. Il servizio universale fornisce un importante contributo allo sviluppo economico del Paese, aumentandone l’attrattività come piazza economica e la qualità della vita. La legge non prevede il finanziamento con fondi esterni, ma con il monopolio residuo riconosce ancora oggi alla Posta il diritto esclusivo di trasportare lettere al di sotto dei 50 grammi.
Con la progressiva apertura del mercato la posizione di monopolio della Posta nella logistica dei pacchi e delle lettere si è via via ridotta. Fatta eccezione per il monopolio residuo sulle lettere fino a 50 grammi, oggi la Posta opera in regime di libero mercato e deve far fronte alla grande concorrenza presente ad esempio nel settore dei pacchi. Per contro, gli obblighi relativi al servizio universale previsti dalla legislazione sulle poste sono stati continuamente estesi e inaspriti, con un conseguente aumento dell’onere finanziario a carico dell’azienda.
Il finanziamento del servizio universale
Nel 2024 il cosiddetto «valore del monopolio» ammontava a 68 milioni di franchi e sebbene questo importo, derivante dal diritto esclusivo di trasportare le lettere fino a 50 grammi, abbia determinato un risultato migliore per la Posta, risulta costantemente in calo a causa della flessione del volume delle lettere. La stabilizzazione nel breve periodo raggiunta negli ultimi anni è stata determinata dagli aumenti dei prezzi delle lettere introdotti nel 2022 e nel 2024. Ciononostante il monopolio resta pur sempre uno strumento di finanziamento importante, nonché l’unico, per il servizio universale.
I costi netti derivanti dall’obbligo di erogare il servizio universale
Nel 2024 l’obbligo di erogare il servizio universale ha causato all’azienda un onere finanziario aggiuntivo di 363 milioni di franchi («costi netti del servizio universale»). Il risultato della Posta sarebbe infatti stato superiore dello stesso importo, se l’azienda non fosse tenuta a erogare il servizio universale finanziandolo con le prestazioni postali e i servizi del traffico dei pagamenti. A causa della flessione della domanda di alcune delle prestazioni chiave del servizio universale, gli obblighi che ne derivano rappresentano un onere finanziario sempre più ingente per la Posta e i costi netti da sostenere per la relativa fornitura aumentano.
Il calcolo dei costi netti del servizio universale si basa su uno scenario che descrive la situazione in cui si troverebbe la Posta se non fosse investita dell’obbligo di fornire tale servizio. Dato che le ipotesi legate a questo scenario erano in parte superate, PostCom ne ha disposto lo scorso anno un aggiornamento, da cui è emerso che nel 2024 i costi netti, pari a 363 milioni di franchi, superavano di quasi 100 milioni quelli dell’anno precedente.
Andando ancora più a ritroso nel tempo risulta che l’onere finanziario derivante dal servizio universale che la Posta si trova attualmente a sostenere è quasi paragonabile a quello di dieci anni fa (2015: 371 milioni di franchi). Benché da allora l’azienda abbia attuato ampie misure di efficienza, tra cui la trasformazione di centinaia di uffici postali in agenzie, tali interventi hanno consentito semplicemente di stabilizzare, ma non di ridurre l’entità di questo impegno. Dato che le disposizioni del servizio universale pongono limiti sempre più severi agli ulteriori sforzi volti a incrementare l’efficienza, a causa del calo a lungo termine dei volumi l’onere finanziario della Posta è destinato ad aumentare sul lungo periodo. Per contrastare questo sviluppo la Posta deve poter beneficiare di semplificazioni dal punto di vista regolatorio.
Dal confronto tra il valore di monopolio e i costi netti del servizio universale emerge il rapporto tra gli obblighi prescritti dalla legge (servizio universale) e i privilegi (monopolio).
Come si evince chiaramente dalle cifre del 2024, il valore aggiunto del monopolio residuo ha coperto solo il 19% dell’onere derivante dal servizio universale. La situazione del finanziamento del servizio universale è quindi sbilanciata e destinata a peggiorare a causa del costante calo del volume delle lettere.
Posizione della Posta
- Nell’ottica della futura configurazione del servizio universale, il suo finanziamento è un aspetto importante che meriterebbe la giusta considerazione nel dibattito politico.
- Il finanziamento del servizio universale della Posta è sbilanciato: il monopolio residuo non è sufficiente da solo a coprire i costi del servizio universale e senza le opportune modifiche al quadro regolatorio tale squilibrio è destinato a peggiorare ulteriormente.
- Attualmente la Posta finanzia il servizio universale in modo autonomo. Il suo finanziamento senza fondi statali presuppone un’evoluzione e un adeguamento dei requisiti attuali alle nuove esigenze della popolazione e dell’economia svizzere. Inoltre la Posta ha bisogno del margine operativo necessario per sviluppare liberamente le sue attività nel libero mercato.