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«Abbiamo bisogno di nuovi servizi e nuovi clienti»

Con la digitalizzazione, la consulenza personale è sempre più importante. Per questo motivo la Posta apre le sue filiali anche ai partner. Nell’intervista a Ueli Lüdi, responsabile Gestione della rete RetePostale, scopriamo i motivi di questa scelta.

Gabriel Ehrbar

Sezione Rich Content

Ueli Lüdi, responsabile Gestione della rete RetePostale

Perché la Posta apre le sue filiali ai partner?

È nostra intenzione offrire ai clienti centri servizi polivalenti e funzionali nelle loro vicinanze, con l’obiettivo di mantenere la nostra rilevanza per la popolazione nonostante il calo della frequenza con cui vengono effettuate le operazioni postali tradizionali. Abbiamo bisogno di nuovi servizi e nuovi clienti nelle nostre filiali.

Perché proprio la Posta è destinata a offrire consulenze nelle sue filiali per conto di terzi?

I nostri collaboratori e le nostre collaboratrici hanno familiarità con servizi complessi in diversi ambiti e in passato hanno dimostrato di cavarsela egregiamente nei nuovi settori di attività. Inoltre, la Posta è considerata un fornitore di servizi dalla popolazione, gode della sua fiducia e sa come gestire i dati sensibili. Infine, disponiamo di una fitta rete di filiali che sono quindi vicine e facilmente raggiungibili.

Quali sono i partner nel mirino?

Abbiamo individuato cinque comparti: assicurazioni, casse malati, banche, autorità e settore sanitario. Attualmente i principali passi avanti nel processo di acquisizione di partner sono stati compiuti nel ramo assicurativo e delle casse malati.

Che tipo di consulenze ci si deve aspettare concretamente?

È prevista l’erogazione di servizi analoghi a quelli forniti attualmente ad esempio da PostFinance: esecuzione di transazioni, servizio clienti, ovvero servicing, consulenza su servizi digitali e vendita di servizi, tra cui intermediazioni di appuntamenti.

La parola d’ordine è «consulenza su servizi digitali». Sicuramente è un’esigenza che in futuro sarà sempre più diffusa. Può farci un esempio pratico?

Da tempo offriamo alla nostra clientela una consulenza relativa, ad esempio, all’utilizzo di e-finance di PostFinance o al login clienti della Posta. Su incarico di partner esterni abbiamo ad esempio aiutato l’Ufficio federale della sanità pubblica a promuovere l’app SwissCovid (Google Play / Apple Store). I nostri collaboratori e le nostre collaboratrici hanno risposto alle domande dei clienti e, laddove necessario, li hanno aiutati a installare l’app sullo smartphone. Il nostro obiettivo è offrire questo tipo di servizi anche a futuri partner.

Il personale nelle filiali della Posta svolgerà quindi molte attività supplementari oltre alle operazioni postali. Sembra un progetto ambizioso. È un obiettivo realistico?

Sì, ne siamo convinti. Facciamo affidamento sui punti di forza del nostro personale, che è composto da professionisti per quanto riguarda il contatto affidabile con la clientela e la consulenza competente. Inoltre ha molta esperienza in diversi settori e comparti.

La consulenza competente richiede conoscenze specialistiche precise. Come si preparano le collaboratrici e i collaboratori per svolgere i nuovi compiti?

Ovviamente li formeremo in modo che acquisiscano il know-how e le competenze necessarie. Attualmente stiamo elaborando un progetto separato per capire quali sono i requisiti che dovremo soddisfare in futuro e come possiamo strutturare le formazioni. Ci aspettiamo che non sarà necessario formare ogni collaboratore e collaboratrice affinché ottengano le conoscenze specifiche per ogni settore e il relativo partner. L’impiego di partner in loco è anche concepibile, per esempio per il coaching del nostro personale.

Il 2021 ha segnato l’inizio di un nuovo periodo strategico per la Posta che si concluderà a fine 2024. Qual è l’obiettivo da raggiungere fino ad allora?

Attuare con successo la strategia di apertura della rete e concretizzare la nostra vision: «Siamo la rete di servizi di una Svizzera moderna». Dobbiamo dedicare molto impegno ed energie al raggiungimento di questo obiettivo, ma sono convinto che insieme ce la faremo.

scritto da

Gabriel Ehrbar