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La Posta al Campo federale scout «mova»: l’impegno a favore delle giovani generazioni
La Posta sostiene il Campo federale scout come partner principale, ma non solo. Tra i 30’000 scout, si contano numerosi collaboratori e collaboratrici della Posta. Il loro obiettivo? Regalare momenti indimenticabili all’interno delle loro unità, nelle vesti di «rover» (aiutanti), come pure allo stand della Posta e presso la filiale speciale.
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Sono le sette del mattino. Folle di scout si stanno già accalcando attorno agli autopostali presso la stazione degli autobus. Oggi si parte per le escursioni. Nell’aria risuonano risate, canti e applausi, mentre degli sbadigli mattutini neanche la traccia. Insomma, si capisce subito che al campo il mattino ha l’oro in bocca.
A quest’ora la filiale speciale della Posta è ancora chiusa, ma fervono i preparativi. L’evento è iniziato da poco e oggi è il primo martedì. «Molti genitori hanno preparato il loro pacco durante il fine settimana e l’hanno portato alla Posta ieri, lunedì. Oggi ci aspettiamo valori da record», afferma Marco Keller, scout «doc» anche lui e responsabile del sistema logistico, al quale numeri danno ragione: come dimostrato in una visita successiva, quel giorno i camion hanno scaricato oltre 2100 pacchi sul sito.

Per molti versi il Campo federale scout, in programma dal 23 luglio al 6 agosto, è un campeggio senza eguali: 30’000 partecipanti distribuiti su un’area di circa sei chilometri di diametro in una piccola città che, per 14 giorni, sorge dal nulla nell’idilliaca zona di Goms, tra Münster e Obergesteln.
Intanto sul BuLavard, l’area dedicata allo svago al centro del campo, gli scout si imbattono in Benno Posta B che dal suo DXP (scooter elettrico), ben agghindato per l’occasione, incoraggia tutti a partecipare alla «missione della catena di Sant’Antonio». Benno ha scioccamente smarrito la storia del «mova» e intende scriverne una nuova insieme ai bambini. Ma c’è una cosa che per Benno conta più della stessa storia del «mova»: i selfie con i partecipanti, che rimarranno impressi come ricordi visivi. Il suo compito o, a dire il vero, quello della Posta è avvicinare le persone, e di farlo anche al CaFe. E cosa c’è di meglio di una foto di gruppo?

In qualità di partner principale, oltre a rendere possibile questo gigantesco evento con il suo impegno di sponsoring, la Posta regala anche momenti indimenticabili nel suo stand all’ombra di una pila di pacchi. Un mondo di esperienze con uno sfondo fotografico, un atelier dedicato alle cartoline, una lounge e tante altre attrazioni catturano l’interesse dei partecipanti, invitandoli a immergersi in nuove realtà. E poiché l’area occupata dal campo è molto ampia, vengono messi a disposizione «autopostali a emissioni zero», che sebbene abbiano un’impronta ecologica ridotta, richiedono grande forza muscolare per via della propulsione a pedali.
Un mondo di esperienze su due piani: lo stand della Posta sul BuLavard offre tante attività diverse.
È quasi mezzogiorno. Fabienne Scherer, nome scout Wikki, sta preparando il pranzo presso l’accampamento del gruppo Peter & Paul Inwil. Fabienne lavora come consulente SAP per la sezione Personale della Posta e fa parte degli scout sin dalla tenera età. Cosa la affascina così tanto di questo movimento? «C’erano circa 30’000 persone alla cerimonia di apertura e tutte condividono la stessa passione. L’entusiasmo è davvero contagioso», ci racconta facendo anche un paragone con la Posta: «Gli scout sono una delle più grandi associazioni giovanili della Svizzera e la Posta è uno dei principali datori di lavoro del Paese. Non importa quanto sia grande l’organizzazione, in fin dei conti sono i singoli individui che permettono di fare grandi cose». Queste le parole di Wikki, mentre la radio del campo «Sonar» trasmette le notizie del giorno in sottofondo.

Appena dietro l’angolo c’è l’accampamento del gruppo scout di Ballwil. Ballwil e Inwil sono due comuni del Seeland lucernese e distano circa cinque chilometri l’uno dall’altro. Al «mova» si trovano a pochi passi di distanza. Il suo nome suggerirebbe il contrario, eppure trovare «Search», o Martin Kaufmann, come è conosciuto nella vita reale e anche alla Posta, non è affatto difficile. Guardando da lontano, il suo cappello spicca tanto quanto le costruzioni presenti nella sua sezione, sovrastata da una torre panoramica alta circa cinque metri. Tuttavia, l’operatore informatico ICT al secondo anno di apprendistato e co-responsabile sezione mantiene un atteggiamento modesto. «Questa costruzione non è niente male. Avevamo già montato la struttura in occasione di un altro campo. Siamo un team affiatato: tutti sanno cosa bisogna fare», ci racconta come se vedere informatici, conducenti di autocarri e impiegati di commercio intenti a montare un edificio in legno di più piani fosse la cosa più naturale del mondo. Nel suo team di responsabili, infatti, non c’è neanche l’ombra di falegnami e carpentieri. Anche Search ha mosso i primi passi nel movimento come «lupetto», la branca dei più piccini. Quali somiglianze vede con la Posta? «Il movimento scout coinvolge tutti. Sappiamo che per ottenere grandi cose, bisogna lavorare in team. E anche alla Posta funziona più o meno così».

La giornata volge lentamente al termine. Mentre Wikki si appresta di nuovo ad accendere i fornelli e Search e il suo team di responsabili, ancora sulla torre, definiscono il programma per l’indomani, presso lo stand della Posta c’è ancora molto fermento. Tanti bambini sono di rientro dalle escursioni e ora passeggiano lungo il BuLavard. La Posta e gli scout, come ormai è evidente, condividono molto di più dei pacchi e delle lettere. La Posta avvicina le persone proprio come il movimento scout e, in entrambe le organizzazioni, tutto poggia sulla grande passione di tante persone che si tendono la mano.